ll Corriere dell’Economia del 12 febbraio 2018 ha pubblicato due articoli sui ritardi e le carenze in Italia relativi all’educazione finanziaria.
"Bocciati. Di finanza capiamo troppo poco" di Ferruccio de Bortoli e Giuditta Marvelli
"Un piano per non restare in serie B" di Giuditta Marvelli
L'articolo cita uno studio che mostra come l'Italia abbia uno dei più bassi livelli di educazione finanziaria in Europa.
Eppure qualcosa si è mosso nell’ultimo periodo. Non soltanto in termini di “maggiore” preparazione: secondo l’indagine Pisa del 2015 vi sono segni di miglioramento rispetto al 2012, anche se siamo sempre al di sotto della media UE. Oggi l’Italia può fregiarsi di un Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, grazie ad un inserimento in extremis nel decreto Salvarisparmio del 2016. Iniziativa indispensabile per far risalire all’Italia il posto (non onorevole) nell’apposita classifica di Standard and Poor’s: da noi solo il 37 per cento degli adulti possiede nozioni sufficienti in ambito di Educazione finanziaria. Con paesi molto vicini a noi (Germania, Olanda, Danimarca e Svezia) che presentano percentuali doppie.
Risultato dell’attività di questo Comitato saranno la messa on line di un portale web, già presente in una sessantina di Paesi che si sono dotati di programmi analoghi, e l’istituzione del mese dell'educazione finanziaria. L’obiettivo è raggiungere tutta la popolazione; misure ad hoc saranno varate per gruppi più deboli/vulnerabili, come anziani e migranti.
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On February 12th, 2018, the 'Corriere dell’Economia', the weekly issue of Corriere della Sera, one of the leading Italian newspapers, issued two articles about the lack in Financial Literacy and the delays in implementing effective financial education programs Italy.
Nevertheless something has been changing in the last period… According to the 2015 Pisa survey Italy’s population is better prepared (or less unprepared) than in 2012, even if still under the EU average.
Currently Italy has a Committee, linked to the Ministry of Economy, whose aim is to plan and coordinate the FL activities. Thanks to this initiative Italy is likely to have a better position within the Standard and Poor’s ranking: in our country only 37% of adults have enough FL knowledge, while in countries close and similar to ours (i.e. Germany, the Netherlands, Denmark and Sweden) this percentage doubles.
The Committee will put on line a web portal, still available in other almost sixty countries which undertook similar training programs, and will identify a month devoted to Financial Literacy. Ad hoc measures will be put in place for most vulnerable clusters, such as aged people and migrants.